giovedì 3 maggio 2018

Addio a Sidonie

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare.
 L'attribuzione di questa poesia è incerta, il testo stesso è oggetto di controversie; ma quel che è sicuro è che si adatta perfettamente al libro di Erich Hackl.




Titolo: Addio a Sidonie
Autore: Erich Hackl
Anno della prima edizione: 1989
Titolo originale: Abschied von Sidonie
Casa editrice: Marcos y Marcos
Traduttore: Emilio Picco
Pagine: 156





LA STORIA

Gli anni Trenta in una cittadina dell'Austria sono un periodo difficoltà per Hans e Josefa Breirather, coppia di sposi comunisti di estrazione sociale modesta, ma lo sono ancora di più per la piccola Sidonie, abbandonata dinanzi ad un ospedale a poche ore dalla nascita. La pelle di Sidonie è scura, la piccola è di certo stata partorita da una donna appartenente alle popolazioni nomadi della zona: è una piccola zingara che nessuno vuole prendere in affidamento, finché non lo fa Josefa. Josefa ha già un bambino, Manfred, ma accoglie Sidonie come una figlia e lo stesso fa Hans; nella loro umile famiglia, alle prese anche con le persecuzione dei comunisti da parte del partito nazionalsocialista in ascesa, viene accolta poi anche Hilde, coetanea di Sidonie. Mentre gli anni passano, le bambine vanno a scuola, Hans è attivo come può nella Resistenza, gradualmente gli zingari spariscono dall'Austria: ed il 13 marzo 1943 i Breirather ricevono una lettera che impone loro di riconsegnare Sidonie alla sua madre naturale, rintracciata chissà come. Se la destinazione sia davvero la sua famiglia biologica, o quella prevista per tutti i rom ed i sinti dal partito nazista -i campi di sterminio, nessuno può saperlo...

Una delle piccole vittime della deportazione Nazista

COSA NE PENSO

Forse Sidonie non è realmente esistita; come lei però sono esistite molte altre bambine di etnia rom e sinti, deportate nei campi di sterminio, uccise nel pieno della loro innocenza. Come loro, migliaia di bambine ebree nel corso della Seconda Guerra Mondiale, ed oggi ancora un destino tragico colpisce altre migliaia di piccole vite nei focolai della guerra in Medioriente o in Africa subsahariana. E in tutti i casi, milioni di complici silenziosi assistono alle atrocità e alle ingiustizie senza proferire parola: perché non siamo noi Sidonie, non siamo noi la bambina rom, ebrea o siriana di turno.
Hackl ci pone faccia a faccia con la nostra vigliaccheria, con il quieto vivere in nome del quale sacrifichiamo gli ideali troppo prontamente. Ci ricorda l'alternativa che abbiamo, ogni giorno: quella che a Sidonie avrebbe salvato la vita, quella che ha salvato la vita di Margit -e ci lascia, in ultima pagina, con un accenno appena di speranza
Non solo Sidonie però e al centro del romanzo di Hackl: i veri protagonisti sono i suoi genitori adottivi, i coniugi Breirather, comunisti obbligati dal Reich al matrimonio in chiesa, sempre pronti ad aiutare il prossimo, ad aprire la porta di casa per ospitare o per nascondere. Brave persone, i Breirather, coraggiosi almeno loro, anime della Resistenza austriaca seppure in modi diversi: la resistenza politica ed armata spetta ad Hans, quella dell'accoglienza e dell'amore incondizionato a Josefa, madre a cui non importa nulla del DNA. Hans mi ha ricordato Otto Quangel, protagonista con la moglie di un'altra Resistenza al Nazismo, quella narrata dalla penna di Hans Fallada nel memorabile romanzo "Ognuno muore solo" (di cui scrivevo qui). 
Nel corso di qualche ricerca online mi sono accorta del fatto che questo romanzo è poco conosciuto, addirittura difficile da reperire in commercio: vi consiglio comunque di procurarvelo se ci riuscite, perché in poche centinaia di pagine ci racconta una storia che è la storia del 1943 come la storia di oggi, e ci ricorda di quanto sia importante far sentire la propria voce per salvare le Margit e le Sidonie di ogni tempo ed ogni luogo del mondo.

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